Visit the Smuggled Words blog to read comments on this post as well as Giuseppe Manuel Brescia’s many other articles (in English & Italian) on translation.
As Brescia writes in the opening paragraph of his post “Understanding Falters among the Underpaid,” a lively debate ensued among Italian translators following an 18 May 2010 article in the Corriere di Bologna (“From Best Sellers to Translation: The Writer’s Second Life”), largely because of the claim of one writer-translater, Alfredo Colitto, that “minimum pay [for literary translations] runs from âŹ4-5 per cartella [a standard 2000-character “page”] to a decent average of âŹ10-12 per cartella. Some may pay even more: as high as âŹ10-16 euro per cartella in some cases.”
As many have discussed, and as the members of the Translators’ Section of the Italian National Writers’ Union stated in a 19 May 2010 press release (which they circulated on Facebook but, inexplicably, refused to publish on the Sezione Traduttori’s web site – see below for a .pdf of the Facebook statement), rates like those mentioned by Colitto are far from “decent.” In fact, they amount to an hourly wage that’s less than what most maids or fast-food workers earn. Colitto later explained, in a comment to the online version of the article as well as on Facebook, that he’d misspoken or been misquoted, and that what he meant to say that was that an average of âŹ10-12/cartella was unfortunately considered decent.
Be that as it may, the Corriere di Bologna article provided an excellent opportunity to discuss declining rates for translators–and, in particular, the woeful economic conditions in which literary translators find themselves in a country in which nearly 60% of adult trade books are translations.
As Brescia points out, however, it also provided an occasion to focus attention on the damage that professional translators have done to themselves in decades of neglecting their image in the media–and of allowing others to define it for them. (On this topic, see also “Please Stop Talking about Art!”; a link is below.) Our thanks to Giuseppe for his thoughtful post.
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Malintesi fra malpagati – Giuseppe Manuel Brescia
Qualche giorno fa Ăš apparso sul Corriere di Bologna un articolo di Andrea Rinaldi che ha scatenato un putiferio su Biblit, la piĂč grande comunitĂ online di traduttori letterari italiani. Lâarticolo parla di alcuni scrittori della scena bolognese che si dedicano anche alla traduzione.
Il punto che ha dato il via al dibattito su Biblit era un virgolettato di Alfredo Colitto:
La paga va dal minimo di 4-5 euro a cartella a una buona cifra media che sono 10-12 euro a cartella, poi câĂš anche chi paga di piĂč, i curatori arrivano a 10-16 euro a cartella
Ora, tralasciando che la cifra minima indicata Ăš tanto indecente da non meritare neppure considerazione, questa âbuona cifra mediaâ Ăš una cifra assurdamente bassa, tenendo conto che si parla di cifre lorde. Il sottoscritto di solito prende un buon 50% in piĂč, anche se devo ammettere che ho avuto la fortuna di lavorare con persone che sanno quanto sia importante la figura del traduttore. In ogni caso, la comunitĂ di Biblit â oltre alla sezione traduttori del Sindacato Nazionale Scrittori â ha reagito in maniera netta perchĂ© non si puĂČ far passare lâidea che 10-12 euro lordi a cartella siano una âbuona cifraâ. Perlomeno, leggere questa dichiarazione attribuita ad un traduttore ha destato un certo scalpore. E quindi siamo tutti lieti di sapere che Alfredo Colitto si Ăš scusato per il malinteso, correggendosi nei commenti allâarticolo sul sito del Corriere:
Come ho avuto occasione di dire anche in altra sede, lâaggettivo âbuonaâ affiancato a âcifra mediaâ, che mi sembra lâoggetto del contendere, Ăš frutto di un errore, mio o dellâintervistatore, e me ne scuso. Non ritengo affatto che si tratti di una cifra congrua. So bene che il lavoro di traduttore Ăš mal pagato e non Ăš un passatempo, visto che Ăš il mio lavoro principale. Quello che volevo dire Ăš che PURTROPPO 10-12 euro a cartella costituiscono la cifra media offerta da molti editori. Approfitto per aggiungere che tale cifra non consente affatto ai traduttori di vivere dignitosamente del proprio lavoro e non ne riconosce la professionalitĂ . In ogni caso,la parte dellâarticolo che riguarda i compensi si intitola appunto MAL PAGATI
Rincuora leggere questa errata corrige, e tuttavia, per rispondere alla parte finale della rettifica, credo che non basti scrivere âmal pagatiâ se poi nel paragrafo successivo si descrive questa situazione come normale, immutabile, o addirittura destinata a peggiorare, senza una dichiarazione forte che miri al superamento di questo stato di cose o che ne sottolinei lâassurditĂ .
In ogni caso, al di lĂ dellâeterna querelle sulla paga del povero traduttore, lâarticolo mi ha fatto riflettere sul modo in cui persino i grandi quotidiani parlano della traduzione, in Italia. Articoli troppo spesso banali, superficiali, imprecisi quando non inesatti, oppure sconclusionati, e messi assieme a moâ di collage. Articoli che non sembrano in grado di contribuire ad un dibattito serio sulla traduzione come disciplina, forse perchĂ© non sono quasi mai scritti da traduttori, e a volte pare quasi che gli autori neanche si intendano di traduzione. Questo articolo, per esempio, parte dai best seller scritti e ambientati a Bologna, passa per alcune dichiarazioni estrapolate da interviste diverse e impastate in quel che viene fuori come un pot pourri di banalitĂ :
Non basta conoscere la lingua, serve il contatto diretto con gli autori;
devi conoscere bene i luoghi;
a Bologna si parla in modo diverso che a Napoli o a Roma o a Genova
e poi va a parare sulla paga dei traduttori. La sensazione â non solo mia â Ăš che il giornalista non sapesse neanche lui cosa volesse dire, esattamente. E ancora, se parliamo di euro a cartella, vogliamo spiegare al lettore cosa diavolo sia una cartella? Vogliamo dirgli che nellâeditoria si parla di 2000 battute? Vogliamo fare una pur grossolana stima di quella che finisce per essere la paga oraria, cosĂŹ da far davvero capire perchĂ© intitoliamo il paragrafo âmal pagatiâ? PerchĂ© il lettore medio non ha giustamente idea di cosa sia una cartella, tantomeno di quanto tempo ci voglia a tradurla, e di conseguenza le cifre sparate nellâarticolo gli diranno ben poco. E poi, piuttosto che continuare a ripetergli che i traduttori si meritano piĂč soldi, sarebbe prima il caso di far capire al lettore cosa fa un traduttore, come, e perchĂ©. E forse a quel punto sarĂ piĂč facile convincerlo, senza bisogno di snocciolare numeri.
Lo so, penserete che noi traduttori non siamo mai contenti. Ci lamentiamo che non si parla di noi, e non appena invece si parla di noi, ecco che non ci piace il modo in cui lo si fa. Soltanto che non possiamo davvero accontentarci di articoli come questo.
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Ricketts, W. (18 May 2010). “Please Stop Talking about Art!” From the VivaVagabonda blog.
Rinaldi, Andrea (18 May 2010). “Dal best seller alle traduzioni: La second life degli scrittori.” Corriere di Bologna (online edition).
Sezione Traduttori – Sindacato Nazionale Scrittori (19 May 2010). Quale compenso per i traduttori? (Press release.)
I love it!
Hello,
ISO Translations contacted me for collaboration.
They proposed me the following:
Please note that we offer a fixed rate for translations which is 0.03 Euro per word and for proofreading 0.005 Euro per word.
The contact person is Roxana at recruitment@isotranslations.com
I wrote a couple of times showing my disappointment. But no reply until now. I hope you can write as well. We should fight together against this horrible trend!
Michele
Hello,
I contacted ISO Translations today and within half an hour I received an email from Roxana telling me the same thing that Michele wrote. That is DISGRACEFUL. I couldn’t believe my eyes. It’s so daunting for somebody that loves translating to receive an email like this.
Let’s try to give the deserving dignity to TRANSLATORS!!!