12/02/2010
âPer lâenorme fatica che comporta e le grandi competenze che richiede, il mestiere di traduttore Ăš uni dei peggio pagati in assoluto. Massimo sostegno alle loro rivendicazioni, da parte mia. Nove euro lordi a cartella Ăš una paga semplicemente vergognosaâ. Parola di Giuseppe Culicchia, un importante scrittore italiano che, âa tempo persoâ, ha tradotto “American Psycho” di Bret Easton Ellis e âLe avventure di Huckleberry Finnâ di Mark Twain, giusto per fare due nomi.
âE per questo mi imbarazza un poâ parlare per i traduttori, professionisti seri che di questa lavoro vivono e che
con la loro professionalitĂ danno spesso forza agli scrittori, tanto che puĂČ benissimo capitare che la versione tradotta sia migliore dellâoriginaleâ. Ricorda di essere âun autore italiano tradotto in altre lingue, e so che devo molto a chi mi traduceâ. Tanto da dover fare âun mea culpa, perchĂ© quando recensisco non sempre rendo ai traduttori il merito che hannoâ.Del resto, anche lâindustria editoriale italiana deve tantissimo al lavoro di questi professionisti. âBasta scorrere le classifiche dei piĂč venduti per vedere quanto spesso essi siano autori stranieri. Un risultato a cui concorrono in modo decisivo i professionisti della traduzioneâ. In Europa câĂš chi riconosce di piĂč e meglio il loro lavoro. âIn Germania câĂš un sindacato di categoria e, seppur con una percentuale minima, essi partecipano direttamente ai ricavi di un libro che venda oltre una certa sogliaâ. Per non parlare delle applicazioni turistiche di queste competenze linguistiche.
Ricordando lâesilarante video in cui Francesco Rutelli invitava in inglese a visitare la penisola, sottolinea che non Ăš la prima volta che lâItalia scivola â col suo ministro competente in materia turistica â sulla “tema” linguistico. âInsomma, câĂš tanto da fare. Ribadisco tutta la mia solidarietĂ â.
Jacopo Tondelli
Pubblicato il 12.02.10 16:52
Corriere della Sera
http://generazionepropro.corriere.it/2010/02/ai_traduttori_il_sostegno_di_g.html
E’ da anni che i traduttori sono considerati semplici scribacchini o macchinette multilingue che non devono essere poi pagati cosĂŹ tanto perchĂš : “Eh ma quanto ci metti, tanto te le sai le lingue”, come se fosse un dono ricevuto per grazia divina da un giorno all’altro. Allora dovremmo dire lo stesso degli ingegneri, degli architetti: “eh ma quanto ci metti tanto tu una casa la sai costruire”. Il male dell’Italia Ăš di pensare che avere delle abilitĂ non abbia richiesto impegno e fatica per cui diventano prive di valore e quasi una cosa dovuta all’altro. Noi traduttori lo sappiamo bene, peccato non lo sappiano i profani!Anzi questi non si mettono nemmeno con umiltĂ a capire cosa significhi il lavoro dell’altro (qualunque esso sia). Questa informativa dovrebbe essere per i nostri clienti non per i traduttori!!!!