Pubblicato il 12-02-2010 da Raffaella Moretti
Originally published here on the European School of Translation site.
Un annuncio su un marketplace della traduzione e unâintera categoria si indigna e fa sentire la propria voce sul web.
Il committente non Ăš proprio uno qualsiasi: si tratta del Ministero del Turismo. La proposta di lavoro pubblicata su Proz.com proviene da unâagenzia che cerca collaboratori per un lungo progetto di traduzione verso lingue straniere del sito Italia.it. La tariffa e i termini di pagamento sono inauditi: 9 euro lordi a cartella da 2600 caratteri, pagabili a 90 giorni (condizioni imposte dal Ministero, a detta dei richiedenti).
Nel giro di poche ore nasce una discussione sulla mailing list di Langit e lâindignazione cresce. La buona volontĂ di una collega dĂ vita a una lettera aperta al Ministro Brambilla e nel giro di poche ore si raccolgono circa 1160 firme. La tariffa Ăš pari alla âpaga giornaliera di un operaio in uno sweatshop indonesianoâ, si scrive nella lettera.
La notizia sul web e le reazioni
Il tam tam approda anche sui social network, sui forum del settore le discussioni sono accese, il sito web di Repubblica segnala il dibattito, sulle pagine del blog di Corriere.it a cura di Dario Di Vico viene pubblicato un articolo sulla questione (allâinterno del quale viene utilizzata lâimmagine di unâinterprete, ed Ăš tutto dire). Lâ articolo a sua volta vede nascere, nellâarea âcommentiâ, accesi scambi di opinioni tra traduttori professionisti e lettori non coinvolti nel settore.
A quanto pare la battaglia per riconoscimento della professione Ăš ancora lunga e tortuosa. Quelli che seguono sono solo alcuni degli esempi trovati tra i commenti:
Sono troppi! Direi che câeâ un abuso di traduttori: i politici, imparino tutti lâinglese ed usino solo questa lingua, con enormi risparmi di denaro.
quellâaccenno buttato li con disprezzo sulla paga dellâoperaio indonesiano, mi inorridisce, questi signori si sentono ovviamente superiori⊠[…] se siete pagati poco, cambiate mestiere.
sarebbe interessante anche parlare del marcio che imperversa nel mondo della traduzione. Fondamentalmente, eccezion fatta per alcune sezioni, si tratta di una casta chiusa che prende a modello il marcio che si trova nel mondo giornalistico.
Non si sono fatte attendere le dure e pazienti repliche da parte di numerosi colleghi abituati a cercare di âeducareâ i clienti e la massa sui tantissimi luoghi comuni che esistono sulla professione del traduttore.
La raccolta delle firme al momento Ăš sospesa e non si sa se riprenderĂ , ma sicuramente Ăš la prova che, quando vogliamo, sappiamo farci sentire.
Foto: âWondering Where The Lions Areâ da Flickr Creative Commons.
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